giovedì 7 agosto 2008

ma 'e solde pe' Camel chi te li dà? ...La borsetta di mammà!


Ma che bello trovare un posto di lavoro pubblico! Sembra il sogno di molti... Perchè mai dovrebbe essere così? Forse perchè tutti sognano di poter servire la patria? O sono anticapitalisti sfegatati? O non hanno altre opportunità?
La realtà credo che sia abbastanza diversa e conosciuta a tutti: nel pubblico si ha il posto fisso ed uno stipendio che di questi tempi è più che invidiabile. E poi gli straordinari sono pagati, non ci si ammazza di lavoro, 13esima e 14esima ecc. assicurate, buoni pasto, orari tranquilli...
Ma chi l'ha detto che deve per forza essere così? Non dovrebbe, il lavoro pubblico , essere determinato nelle forme e negli ordinamenti, dall'andamento dell'economia generale?
Spendete pure medici, politici, insegnanti, tanto a pagare ci pensa la borsetta di mammà Stato, che nemmeno per sogno metterà mai a rischio una parte considerevoli di voti.

3 commenti:

  1. Ciao Paoletto!
    mah guarda, non son propriamente d'accordo: la mia mamma ha fatto per 35 anni l'insegnante e la vedevo lavorare pure le sere e il sabato e la domenica, molto più di un libero professionista. Puoi insegnare facendo leggere i libri agli alunni in classe e allora lo stipendio è rubato oppure puoi sbatterti e preparare le lezioni con cognizione e aggiornarti con costanza e allora lo stipendio, se lo dividi per le ore effettive di lavoro è il minimo indispensabile.
    Credo che il vero problema sia garantire l'efficienza di chi lavora nel pubblico, controlli severi sui risultati ottenuti e pene a ghigliottina per chi non li consegue (dopo la mia esperienza universitaria ne ho visti di soldi pubblici buttati nel nulla!).
    Non sono però d'accordo sul fatto che il lavoro pubblico si debba uniformare alle leggi dall'andamento dell'economia: sarebbe un grande salto indietro. Piuttosto dovrebbe essere il lavoro privato in grado di tendere ai trattamenti del pubblico. Perchè essere precari per decenni, temere una maternità che non verrà mai corrisposta, avere orari infiniti che non ti permettono di avere una famiglia o di dedicarti agli altri o ancora di madare avanti la tua cultura personale perchè non hai tempo di dedicartici?
    A me sembra una forma di alienazione sociale. Dovremmo lottare per riavere i nostri diritti, non per toglierli anche a quelli che ancora li hanno mantenuti, applicando comunque controlli severi.
    Infine un esempio, l'agenzia per cui lavoro ha una forma pubblica e una privata, ad un certo punto si sono scisse e sono state create queste due entità. La differenza attuale è che abbiamo tutti gli stessi diritti, buoni pasto, integrazioni di stipendio, ecc... ,ma noi facciamo 36 ore settimanali e loro 40 e ovviamente il loro stipendio è più alto del nostro. Ma se uno va in maternità è trattato nello stesso modo, idem per eventuali part-time, malattie, ecc...così dovrebbe funzionare, proprio così. Entrambi abbiamo obiettivi da raggiungere che se non siamo in grado di rispettare che portano alla decurtazione dello stipendio.
    Bacini baciotti
    Ele

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  2. parole sante Paoletto!!!
    chi si fa 3 mesi di vacanze estive come gli insegnanti (senza contare i vari ponti etc..)? per non parlare dell'assenteismo e del cazzeggiamento generale....beh speriamo bene in Brunetta che qualcosa ha già fatto a riguardo.
    Da lavoratore autonomo non posso proprio che auspicare una velocizzazione efficace ed efficente delle istituzioni...
    saluti
    Nunziocrociato

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  3. Ciao fanciulli!
    Come va la vita? Intanto buon rientro dalle vacanze più o meno in anticipo a voi tutti.
    Credo che la tua mamma, Ele, sia un caso piuttosto particolare, nel senso che di maestre ne ho conosciute (la mia madrina è stata anche mia insegnante; Roberta dei balli lo fa da 8 anni) e non si può certo dire che lavorino molto più di un libero professionista. Un impegno medio, esercitato in modo "normale", considerando vacanze estive, feste ecc. è sicuramente meno impegnativo di qualunque lavoro full time. Questo, ripeto, a detta di varie maestre ed insegnanti (anche quelle delle superiori con cui sono rimasto in contatto) con cui mi sono confrontato.
    Sul discorso dell'uniformazione, al di là di alcuni mancati diritti odierni dei lavoratori - ma questo è un discorso ancora diverso - ti invito a pensare lo Stato come ad una famiglia dove c'è chi si occupa di portare i soldi a casa e chi si occupa della casa stessa, dei bimbi , della spesa ecc. I primi sono le aziende, i secondi lo Stato.
    Credo (spero!) che concorderesti
    con me questo: poniamo, per semplicità, che chi porta a casa i soldi sia il padre e chi si occupa della casa la madre. Ora, se il padre ad un certo punto della sua vita guadagna poco, e deve rinunciare alla macchinona, alle vacanze, alla cena fuori, alla gita in montagna, al gelato, alla pizza, alla partita di calcio ecc., non credo che sia giusto che la mamma possa continuare a spendere soldi dalla manicure, alle terme, per il the con le amiche ecc. La mamma deve, secondo me, adottare uno stile di vita determinato da chi porta a casa i soldi. Se non ci sono non è che il padre deve tirar la cinghia perchè la mammma non può rinunciare alla pelliccia!!
    Se invece, la mamma, la pelliccia la vuole a tutti i costi, può mettersi sul mercato, con tutti i rischi che ciò comporta.
    Io credo che la mamma in Italia, per troppi anni abbia passato la sua giornata sul divano e non abbia intenzione di perdere questo suo privilegio.
    Perchè i medici, x esempio, guadagnano 1700 euro al primo stipendio mentre ancora studiano? Quale altro professionista (avvocato, psicologo, architetto) ha questi privilegi a 25 anni??
    Bacini bacetti
    PA

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