di Giuseppe D’Avanzo
da Repubblica, 10 novembre 2008
Uno stato che vessa e maltratta le persone private della libertà non è uno Stato democratico. Una polizia che usa la forza non per impedire reati, ma per commetterne, non può essere considerata “forza dell’ordine”. Fatti di questo genere distruggono la credibilità delle istituzioni più di tanti insuccessi dei poteri pubblici”. Valerio Onida, giudice emerito della Corte Costituzionale. Sono parole che bisogna tenere a mente ora che il processo per le violenze della polizia nella scuola “Diaz”, durante i giorni del G8 di Genova, è prossimo alla sentenza.
Il 21 luglio del 2001 è il giorno più tragico del G8 di Genova. È morto Carlo Giuliani in piazza Alimonda in una città distrutta dai black bloc ? che riescono inspiegabilmente a colpire indisturbati e a dileguarsi senza patemi. Per tutto il giorno, Genova è insanguinata dai pestaggi della polizia, dei carabinieri, dei “gruppi scelti” della guardia di finanza contro cittadini inermi, donne, ragazzi, anche anziani, spesso con le braccia alzate verso il cielo e sulla bocca un sorriso.
Ora, più o meno, è mezzanotte. Mark Covell, 33 anni, inglese, giornalista di Indymedia.uk, ozia davanti al cancello della scuola Diaz, diventato un dormitorio dopo che i campeggi sono stati abbandonati per la pioggia. Covell si accorge che la polizia sta “chiudendo” la strada. Avverte subito il pericolo. Estrae l’accredito stampa, lo mostra, lo agita. I poliziotti, che lo raggiungono per primi (sono della Celere, del VII nucleo antisommossa del Reparto Mobile di Roma), lo colpiscono con i “tonfa” o “telescopic baton”, più che un manganello un’arma tradizionale delle arti marziali: rigido e non di caucciù, a forma di croce: “può uccidere”, se ne vanta chi lo usa. Colpiscono Mark senza motivo. Come, senza ragione, un altro poliziotto con lo scudo lo schiaccia ? subito dopo ? contro il cancello mentre un altro, come un indemoniato, lo picchia alle costole. Gli gridano in inglese: “You are black bloc, we kill black bloc” (“Tu sei un black, noi ti uccidiamo”).
Covell cade finalmente a terra. E’ semisvenuto, in posizione fetale. Potrebbe bastare anche se fosse un incubo, ma per Mark il calvario non è ancora finito. Tutti i “celerini” che corrono verso la scuola lo colpiscono a terra con calci (il pestaggio di Covell è ripreso da una videocamera). Covell rimarrà, esanime, circondato dall’indifferenza, in quell’angolo di via Cesare Battisti, al quartiere di Albaro, per oltre venti minuti. Ha una grave emorragia interna, un polmone perforato, il polso spezzato, otto fratture alle costole, dieci denti in meno. Quando si sveglia in ospedale, viene arrestato per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, concorso in detenzione di arma da guerra e associazione a delinquere. (E’ ancora aperta l’indagine per individuare i poliziotti che lo hanno quasi ucciso. L’accusa: tentato omicidio).
Distruggere. Annientare. E’ con questo obiettivo che, dopo aver abbattuto con un blindato Magnum il cancello, le prime tre squadre del Reparto Mobile di Roma (trenta uomini) invadono, a testuggine, il pianoterra della scuola. Arnaldo Cestaro, “un vecchietto”, è sulla destra dell’ingresso. Viene travolto. Lo gettano contro il muro. Lo picchiano con i “tonfa”. Gli spezzano un braccio e una gamba. Ora ci sono urla e baccano. Nella palestra, ai piani superiori ragazzi e ragazze - anche chi si è già infilato nel sacco al pelo per dormire - comprendono che cosa sta accadendo.
Tutti raccolgono le loro cose, il bagaglio leggero che si portano dietro da giorni. Si sistemano con le spalle al muro; chi in ginocchio; chi in piedi; tutti con le braccia alzate in segno di resa; chi ha voglia di un’ultima “provocazione” mostra al più indice e medio a V. Daniel Mc Quillan, quando vede le divise, si alza in piedi e dice: “Noi siamo pacifici, niente violenza”. “Come se fossero un branco di cani impazziti, sono su di lui in un istante e lo colpiscono, lo colpiscono, lo colpiscono?”, dicono i testimoni. La furia dei celerini si scatena contro chiunque e dovunque, irragionevolmente, con furore (si vede uno che mena colpi con una specie di mazza da baseball).
Melanie Jonach racconterà di essere svenuta subito al primo colpo che la raggiunge alla testa. Gli altri, che vedono la bastonatura inflittale, ricordano i suoi occhi aperti ma incrociati, le contrazioni spastiche del corpo. Anche in queste condizioni, continuano a picchiarla e a prenderla a calci. Un ultimo calcio sbatte la sua testa contro un armadio: ora è “aperta” come un melone. Il comandante del VII nucleo, a quel punto, grida “Basta!”. Raggiunge la ragazza. “La tocca con la punta dello stivale. Melanie non dà segni di vita e quello ordina che venga chiamata un’autoambulanza”. (Melanie Jonach ci arriverà in codice rosso con una frattura cranica nella regione temporale sinistra).
Nicola Doherty ancora piange in aula mentre racconta: “Hanno cominciato a picchiarci immediatamente. C’era gente che piangeva e implorava i poliziotti di fermarsi. Anch’io piangevo e chiedevo che la smettessero. Uno mi è venuto vicino e con fare dolce mi ha detto “Poverina!” e mi ha colpito ancora. Sembrava che ci odiassero. Ho visto un poliziotto con un coltello in mano, bloccava le ragazze, i ragazzi e tagliava una ciocca di capelli con il coltello”. Voleva il suo personale trofeo di guerra. Altri continuano a gridare, dopo aver picchiato duro: “Dì, che sei una merda”. Mentre colpiscono gridano: “Frocio!”, “Comunista!”, “Volevate scherzare con la polizia?”, “Nessuno sa che siamo qui e ora vi ammazziamo tutti!”.
Lena Zulkhe, colpita alle spalle e alla testa, cade subito. Le danno calci alla schiena, alle gambe, tra le gambe. “Mentre picchiavano, ho avuto la sensazione che si divertissero”. La trascinano per le scale afferrandola per i capelli e tenendola a faccia in giù. Continuano a picchiarla mentre cade. La rovesciano quasi di peso verso il pianoterra. “Non vedevo niente, soltanto macchie nere. Credo di essere per un attimo svenuta. Ricordo soltanto - ma quanto tempo era passato? - che sono stata gettata su altre due persone, non si sono mossi e io gli ho chiesto se erano vivi. Non hanno risposto, sono stata sdraiata sopra di loro e non riuscivo a muovermi e mi sono accorta che avevo sangue sulla faccia, il braccio destro era inclinato e non riuscivo a muoverlo mentre il sinistro si muoveva ma non ero più in grado di controllarlo. Avevo tantissima paura e pensavo che sicuramente mi avrebbero ammazzata”.
Dei 93 ospiti della “Diaz” arrestati, 82 sono feriti, 63 ricoverati ospedale (tre, le prognosi riservate), 20 subiscono fratture ossee (alle mani e alle costole soprattutto, e poi alla mandibola, agli zigomi, al setto nasale, al cranio).
Che cosa ha provocato questa violenza rabbiosa e omicida? Come è stata possibile pensarla, organizzarla, realizzarla. Il 22 luglio, il portavoce del capo della polizia convoca una conferenza stampa e distribuisce un breve comunicato che vale la pena di ricordare per intero: “Anche a seguito di violenze commesse contro pattuglie della Polizia di Stato nella serata di ieri in via Cesare Battisti, si è deciso, previa informazione all’autorità giudiziaria, di procedere a perquisizione della scuola Diaz che ospitava numerosi giovani tra i quali quelli che avevano bersagliato le pattuglie con lancio di bottiglie e pietre. Nella scuola Diaz sono stati trovati 92 giovani, in gran parte di nazionalità straniera, dei quali 61 con evidenti e pregresse contusioni e ferite. In vari locali dello stabile sono stati sequestrati armi, oggetti da offesa ed altro materiale che ricollegano il gruppo dei giovani in questione ai disordini e alle violenze scatenate dai Black Bloc a Genova nei giorni 20 e 21. Tutti i 92 giovani sono stati tratti in arresto per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov. All’atto dell’irruzione uno degli occupanti ha colpito con un coltello un agente di Polizia che non ha riportato lesioni perché protetto da un corpetto. Tutti i feriti sono stati condotti per le cure in ospedali cittadini”. Il portavoce mostra anche le due molotov che sarebbero state trovate nell’ingresso della scuola, “nella disponibilità degli occupanti”.
Il processo di Genova ha dimostrato ragionevolmente (e spesso con la qualità della certezza) che nessuna delle circostanze descritte dal portavoce del capo della polizia (capo della polizia era all’epoca Gianni De Gennaro) corrisponde al vero. Quelle accuse sono false, quelle ragioni sono inventate di sana pianta. Si dice che l’assalto (la “perquisizione”) fu organizzato dopo che un corteo di auto e blindati della polizia era stato, poco prima della mezzanotte, assalito in via Cesare Battisti con pietre, bottiglie e bastoni. Il processo ha dimostrato che non c’è stata nessuna pattuglia aggredita. Si dice che gli ospiti della Diaz fossero già feriti, quindi coinvolti negli scontri in città.
Nessuno dei 93 arrestati era ferito prima di essere bastonato dai “celerini”. Poliziotti, comandanti, dirigenti hanno riferito che, mentre entravano nella scuola, c’è stata contro di loro una sassaiola e addirittura il lancio di un maglio spaccapietre. I filmati hanno dimostrato che non fu lanciata alcun sasso e nessun maglio. Il comandante del Reparto Mobile di Roma ha scritto in un verbale che ci fu una vigorosa resistenza da parte di “alcuni degli occupanti, armati di spranghe, bastoni e quant’altro”. Assicura che nella scuola (entra tra i primi) sono stati “abbandonati a terra, numerosi e vari attrezzi atti ad offendere, tipo bastoni, catene e anche un grosso maglio”.
Nella scuola non c’è stata alcuna colluttazione, nessuna resistenza, soltanto un pestaggio. Nessuno degli occupanti ha tentato di uccidere con una coltellata il poliziotto Massimo Nucera. Due perizie dei carabinieri del Ris hanno smentito che lo sbrego nel suo corpetto possa essere il frutto di una coltellata. Nella scuola non c’erano molotov. Come ha testimoniato il vicequestore che le ha sequestrate, quelle due molotov furono ritrovate da lui non nella scuola la notte del 22 luglio, ma sul lungomare di Corso Italia nel pomeriggio del giorno precedente. La prova falsa, manipolata, è stata inspiegabilmente distrutta, durante il processo, nella questura di Genova.
In settimana il tribunale deciderà delle responsabilità personali dei 29 imputati (poliziotti, dirigenti, comandanti, alti funzionari della polizia di Stato) accusati di falso ideologico, abuso di ufficio, arresto illegale e calunnia. Quel che qui conta dire è che la responsabilità non penale, ma tecnico-politica di chi, impotente a fronteggiare i black bloc, si è abbandonato (per vendetta? per frustrazione? con quali ordini e di chi?) a pestaggi ingiustificati e indiscriminati, non può e non deve essere liquidata da questa sentenza. Centinaia di agenti, sottufficiali, ufficiali, dirigenti di polizia, funzionari del Dipartimento di pubblica sicurezza hanno mentito durante le indagini e al processo.
E chi non ha mentito, ha negato, taciuto o dissimulato quel che ha visto e saputo. Dell’assalto alla “Diaz” non inquieta soltanto il massacro di 93 cittadini inermi diventati in una notte “criminali” a cui non si riconosce alcuna garanzia e diritto. Quel che angoscia è anche questo silenzio arrogante, l’omertà indecorosa che manipola prove; costruisce a tavolino colpevoli; nasconde le responsabilità; sfida, senza alcuna lealtà istituzionale, il potere destinato ad accertare i fatti. Le apprensioni di sette anni raddoppiano ora che, decreto dopo decreto, si fa avanti un “diritto di polizia”. Il Paese ha bisogno di sapere se il giuramento alla Costituzione delle forze dell’ordine non sia una impudente finzione. Perché quel che è accaduto a Mark Covell e ai suoi 92 occasionali compagni di sventura rende chiaro, più di qualsiasi riflessione, come uno Stato che si presenta nelle vesti di sbirro e carnefice fa assai presto a diventare uno Stato criminale quando il dissidente, il non conforme, l’altro diventa un “nemico” da annientare.
riguardo al giusto proscioglimento dei capi della polizia...
RispondiEliminaFournier si congeda. "Non ho altre verità nel cassetto. Ma un'ultima cosa vorrei dirla, anche perché ora posso farlo senza che la mia suoni come piaggeria. Il capo della polizia Gianni De Gennaro... pardon, l'ex capo della polizia, e che "capo", non c'entra con quella notte. Fu un terribile cortocircuito. E De Gennaro non era lì. Non fu lui a decidere cosa andava fatto e come andava fatto".
così dice al fondo dell'articolo uno dei poliziotti pentitia "repubblica" http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/g8-genova/fournier-g8/fournier-g8.html
nunziocrociato
Fournier ha detto la sua versione su De Gennaro, non mi pare nulla su Luperi, Gratteri, Troiani e gli altri inquisiti.
RispondiEliminaGiusto proscioglimento...Vorrei sapere le tue personali ragioni per cui quando sopra riportato e qui sotto riproposto merita secondo te un "giusto proscioglimento" e non una condanna.
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Il 22 luglio, il portavoce del capo della polizia convoca una conferenza stampa e distribuisce un breve comunicato che vale la pena di ricordare per intero: “Anche a seguito di violenze commesse contro pattuglie della Polizia di Stato nella serata di ieri in via Cesare Battisti, si è deciso, previa informazione all’autorità giudiziaria, di procedere a perquisizione della scuola Diaz che ospitava numerosi giovani tra i quali quelli che avevano bersagliato le pattuglie con lancio di bottiglie e pietre. Nella scuola Diaz sono stati trovati 92 giovani, in gran parte di nazionalità straniera, dei quali 61 con evidenti e pregresse contusioni e ferite. In vari locali dello stabile sono stati sequestrati armi, oggetti da offesa ed altro materiale che ricollegano il gruppo dei giovani in questione ai disordini e alle violenze scatenate dai Black Bloc a Genova nei giorni 20 e 21. Tutti i 92 giovani sono stati tratti in arresto per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov. All’atto dell’irruzione uno degli occupanti ha colpito con un coltello un agente di Polizia che non ha riportato lesioni perché protetto da un corpetto. Tutti i feriti sono stati condotti per le cure in ospedali cittadini”. Il portavoce mostra anche le due molotov che sarebbero state trovate nell’ingresso della scuola, “nella disponibilità degli occupanti”.
Il processo di Genova ha dimostrato ragionevolmente (e spesso con la qualità della certezza) che nessuna delle circostanze descritte dal portavoce del capo della polizia (capo della polizia era all’epoca Gianni De Gennaro) corrisponde al vero. Quelle accuse sono false, quelle ragioni sono inventate di sana pianta. Si dice che l’assalto (la “perquisizione”) fu organizzato dopo che un corteo di auto e blindati della polizia era stato, poco prima della mezzanotte, assalito in via Cesare Battisti con pietre, bottiglie e bastoni. Il processo ha dimostrato che non c’è stata nessuna pattuglia aggredita. Si dice che gli ospiti della Diaz fossero già feriti, quindi coinvolti negli scontri in città.
penso che Fournier abbia ragione:"fu un terribile cortocircuito" le falsità furono costruite dai poliziotti presenti,
RispondiEliminapenso anche che se i manifestanti no avessero causato la morte di Giuliani non saremmo qui a parlare di un g8 violento
nunziocrociato
Il capitolo Giuliani è un altro, che preferirei non affrontare in questa sede per non aprire ulteriori discorsi.
RispondiEliminaMi piacerebbe capire invece perchè parli di giusto proscioglimento.
Italia di Silvio Berlusconi che schifi anche a mogli di politici di pesante dx, come a Carla Bruni, o a Nikolas Sarkozy stesso, uomo si, di affatto leggera dx, ma, di dx all´europea, di tipo piu' democratico possibile, e non di stampo "cilen/argentin/uruguayano", fine anni 70", come stra rappresenti tu. Italia di Silvio Berlusconi che schifi anche a altri politici assolutamente super conservatori come alla Merkel, a Rasmussen, come, addirittura, ultimamente, anche a Edward Luttwack, uomo di quasi estrema destra, o a Henry Kissinger, uomo gia' di estremissima destra. Italia di Silvio Berlusconi, che per non sprofondare, per bleffare, per fare nebbia ( come quando i tuoi padri putativi piduistissimi come te, nonche´ assassinissimi, Videla e Massera, decisero di invadere " ad hoc" le Falkland, "per far fumo, per non far capire"), ti vuoi mettere tra Usa e Russia, ma non ti rendi conto di quanto sei ridicola? Puo' mai il grandiosamente promettente Obama Barack avere bisogno di uno schifoso camorrista, spessissimo assassin mandante, come te: "Al Scrofone", Silvio Berlusconi per fare foreign affairs? Italia di Silvio Berlusconi che a un uomo nato inimportante e divenuto importante, su basi di onesta' e corazao, come Lula da Silva porti i giocatori del Milan, come dire " vedi Lula, l'Italia, e' per me, come, non uno stivaletto, ma come un calzino puzzolente; e' come un mio feudo neomedioevale, mafascistissimo, ormai; tu stai grandemente rendendo il Brasile meno latifondista e piu' di tutti; io l'Italia, invece, sempre meno di tutti, ma piu´ super latifondista..........., e specialmente mia e dei miei fratelli massonazimafiosi"!!!!!! Italia di Silvio Berlusconi, che vedi gli investitori internazionali provare disprezzo assoluto per te, ripudio, per te, e vendere a tonnellate btp italiani e comprare bund tedeschi, nonostante entrambi in euro. I cds ( credit default swap) spagnoli, erano definiti "pericolosi" come quelli italiani, pochi mesi fa. Ora son definiti molto piu' sicuri degli italiani stessi. Italia di Silvio Berlusconi, fai schifo a tutti, sei sul corridoio che sa' tanto, che maleodora tanto, di Argentina 2000. Italia di Silvio Berlusconi, che sei antiecologista, antidemocratica, discriminatrice, nazista, mafiosa, massonazista, razzista, assassina, che sei una kiavika, direbbero nella tua nuova capitale di Arco..r..leone. Italia del piduista eversivo falsone codardo verminoso Silvio Berlusconi, un uomo del promettentissimo nuovo Martin Luther King misto a JF Kennedy, Obama Barack ( ma ex conulente del gia' sopracitato, quasi di estremissima dx, Henry Kissinger: nota beneeeeeee) ti ha appena dato un intelligentissimo warning: "via l'Italia dal g8, g14 e g20, se totalmente in mano a un Xuxluxlclanista come Silvio Berlusconi; essa vale ormai molto meno di Nigeria, Pakistan e Indonesia, oltre che meno di Spagna, Portogallo, Olanda, Brasile, Cina, India, Messico, Peru, Vietnam, Russia, Malesia, Singapore, Cile, Australia, Nuova Zelanda", ma che quando eri con Prodi eri davanti a tutti costoro. Italia di Silvio Berlusconi, puzzona lurida Italia di Silvio Berlusconi ( puzzone e lurido connessi all'infido cognome e nome, Silvio Berlusconi e non a Italia; e se volete far finta di non capire, vi mando subito af...) che rivuoi l'apartheid: neri di qua, bianchi di la. E poi bianchi celtici di qua e bianchi terroni di la. E poi bianchi celtici biondi e puri di qua e moretti, di la. Mi fai super schifo. Italia di Silvio Berlusconi, che spranghi quasi a morte giovanissimi studenti. Italia di Silvio Berlusconi che rivuoi la guerra civile, che inietti oceani di veleno assassino tutti i giorni chiamato " strategia di Berlusconianissima tensione". Che Tavaroli, che Cipriani, che Mancini, che fai malavita alla Saya, alla Sindoca, che fai pesanti Pio Pom.e. Italia di Silvio Berlusconi, che dai un programma tv al mandante di stragi che han ammazzato 3000 persone e levato le gambe e braccia a altre 5000: Licio Gelli, che pero' di te e' padre, maestro, schifosissimo Gran Maestro, quindi.... Italia di Silvio Berlusconi, che via tuo Gianfranco Fini dicesti: " mai alla Casa Bianca un negro". E che per ribadire hai scrofato di nuovo: "Obama ha vinto solo perche' e' abbronzato, e quindi, e' appunto, solo un semplice spor.o negro". Italia vomitevolissima di Silvio Berlusconi che dai fuoco ai piu' sofferenti, tra i tuoi, coloro che gia' soffrono le pene dell'inferno, che dovresti amare e salvare: i senza tetto, vedi il per me, amabilissimo fratello Cristiano, o meno, nostro, Andrea Severi. E ti definisci pure Cattolica, laica, liberale o massona per bene? Satanista e disumanissima sei, lercia Italia di Silvio Berlusconi. Italia del pappone, simil stupratore di mignott.zze varie, Silvio Berlusconi, che premi la zoccolocrazia, che rendi ex pornostar, ministre, e perseguiti, anche a morte, chi per bene, chi anti te, ossia chi di centro sin, dicendo implicitamente loro: "o votate me, o a morite di fame sotto i ponti, o morite perche' vi faro' sparare dai miei sicarii nazicamorristi, e basta". Italia di Silvio Berlusconi, che rubi, mafiii, ndrangheti, usurpi, ricicli danari criminali a valanga, specie via tua Mafisaet Nazistset Mediaset e Mafininvest. Italia dello spessissimo mandante di omicidii, Silvio Berlusconi, che dici alla unica tv su 100, non, difronte a te, girata e a 90 gradi, ossia alla migliore tv italiana ( non per niente), Rai 3: "poniti in posizione e desnuda, come tutti gli altri, e subito, o presto morirai", e cio' via mafioso ufficialissimamente affiliato alla famiglia criminalissima dei Malaspina di Palermo: Marcello "macello" ( as lovely nicked by the maximum mafioso ever: Stefano Bontade) Dell'Utri, per dar ancora piu' senso di malavita killer, alla tua minaccia. Italia di Silvio Berlusconi, che vuoi che si dica che tutto va' bene, per forza, anche se cio' e' una megapalla, guarda caso, stessa cosa che imponevano Pol Pot e Hitler, ooo che caso, wagliunce'. Italia di Silvio Berlusconi che vedi il piu' schifoso, repellente italiano di tutti i tempi, Silvio Berlusconi stesso, controllare tutto, peggio che ai tempi di Pinochet e Franco. Italia di Silvio Berluconi, che vedi nel Pd un mare di schifosi infiltrati spioni eversivi corrotti porci da quella agenzia Pio Pompin..issima investigativa maf..ascista che e' il Foglio massonfasciodiarreico di Giuliano Giulianazi Ferrara, tipo quel massonazimafioso catanese corrottissimo falso porcilmente disonesto di Francesco Costa ( che, avendo sentito dire da un giornalista dell'Economist, alla Bbc, due mesi fa, che da quando Sergio De Gregorio e Lamberto Dini han accoltellato Prodi, son diventati ricchissimi, cosa di certo appena accaduta anche a Riccardo Villari, ovviamente, sta' pensando anche lui, che....). Italia di Silvio Berlusconi, nel mio piccolo, faro' tutto cio' che lo Spirito del Cielo Altissimo mi ispirera', che mi suggerira' di fare ( di non violento e in linea con......) per vederti sbriciolare. Saro' il tuo Obama Barack, inteso come saro' il tuo Davide che distrusse l'odiosissimo Golia. Poi, le chiavi del tuo palazzo, forse, non le vorro', le daro' a chi mi piace di piu' del centrocentrocentrosin, ma vederti sfarinare, desiderero´. Poi i conti saran quadrati, e Silvio Berlusconi, la sua viperetta della serie "mal sangue non mente", Marina Berlusconi, il suo fascio lercio Fedele Confalonieri, cosi' come il cesso porcone Giuliano Giulianazi Ferrara, ma anche Giulio Tremonti, san benissimo che intendo. A noi ( di tipo antinazifascistissimo, quindi antiBerlusconianissimo ). Yours sincerely, Michele " Michael" Nista.
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