mercoledì 31 dicembre 2008

Pretacci - un libro da leggere!


Dalla prefazione al libro di Antonio Stella
Quello di Candido Cannavò è un reportage dentro l'"altra" Chiesa. Quella estranea alla "ritualità pomposa e noiosa che non arriva al cuore della gente". È un lungo viaggio tra i preti che interpretano la diffusione della Parola in modo combattivo perché "il Vangelo è combattimento, è sfida agli stereotipi, ai luoghi comuni, alle convenienze". Alla paura. Preti come monsignor Giancarlo Bregantini, che nel ruolo di vescovo di Locri è stato il faro di quanti si battono contro la 'ndrangheta. Come don Gino Rigoldi, il cappellano del "Beccaria" che da tanti anni cerca di aiutare ragazzi venuti su un po' storti. Come padre Mario Golesano, che è andato nel quartiere di Brancaccio a cercare di riempire il vuoto lasciato da don Pino Puglisi, ammazzato da un sicario al quale regalò il suo ultimo sorriso. E don Andrea Gallo, "gran cardinale della Basilica del Marciapiede", convinto come Fabrizio De André che "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori" e dunque deciso a portare il Vangelo tra i peccatori. Fino a don Oreste Benzi, che se n'è andato per un infarto nel novembre 2007 dopo avere speso tutte le sue notti a offrire una via d'uscita a migliaia di "Maddalene" che si vendevano nelle strade. Preti spesso scomodi. "Pretacci". Come il capostipite al quale un po' tutti dicono di richiamarsi: don Lorenzo Milani. Il parroco di Barbiana che incitava i pastori di anime a non aver timore di "star sui coglioni a tutti come sono stati i profeti innanzi e dopo Cristo". Candido Cannavò è andato a cercare questi suoi "preti da marciapiede" convinto che per capire davvero l'isolamento della Locride, per esempio, fosse necessario arrivarci con quel trenino che parte da Lamezia Terme e impiega tre ore per centotrenta chilometri. Fosse partito con l'auto blu, non l'avrebbe potuto capire mai. E i suoi "pretacci", potete scommetterci, gli avrebbero chiuso la porta in faccia.

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