sabato 25 ottobre 2008

Notizie da Travaglio (ciò che il TG1 non ci dice)

Il TG secondo Travaglio: niente scoop o gossip, ma le cose importanti da sapere. Partendo dalle fesserie che si dicono in merito alla sua presunta condanna.

lunedì 20 ottobre 2008

dal blog di Grillo (MARZO 2008)



Dal blog di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2008/03/2008_1929/index.html

Le previsioni sulla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti sono da infarto. Vi ricordate i subprime, i mutui concessi a chiunque senza verificarne il reddito e trasformati in fondi di investimento piazzati a destra e a manca? La banca vendeva il mutuo e anche il fondo con il mutuo dentro. Geniale. Alcune banche, come la Northern Rock, sono saltate per aria e il valore del loro titolo azionario è stato quasi azzerato.
Ben Bernanke, il capo della Federal Reserve, aveva previsto, nel luglio 2007, il danno al sistema finanziario americano in 100 miliardi di dollari. La Goldman Sachs ha poi rivisto la stima a 500 miliardi dollari. Nouriel Roubini della New York University Stern School of Business ha di recente alzato la posta fino a una perdita di 3.000 miliardi di dollari. Una cifra pari al 20% del PIL degli Stati Uniti. Sempre Roubini valuta un effetto collaterale sulla Borsa statunitense in una perdita di 5.600 miliardi di dollari.
Il pessimismo di Roubini, o forse realismo, si spinge fino a prevedere una perdita di valore complessiva equivalente all’intero PIL annuo degli Stati Uniti. Il valore delle case è diminuito di almeno il 10% dai massimi e si ipotizza una perdita di un ulteriore 20%.
Chi sta pagando un mutuo spesso consegna le chiavi di casa alla banca quando si accorge che l’ipoteca sull’immobile è superiore al valore di mercato. La banca deve quindi svalutare il suo patrimonio immobiliare. Per rientrare dalle perdite (voragini) finanziarie chiede il rientro dei crediti a rischio. E vende i titoli più esposti.
Scende il valore delle banche, dei titoli, delle case e, all’improvviso, nessuno fa più prestiti. Il valore del dollaro crolla, 63.000 posti di lavoro in meno in febbraio 2008. In questi casi si parla sempre di un nuovo 1929, dato lo scenario non è escluso che possa succedere. Gli economisti ipotizzano la più grande crisi finanziaria dagli anni ’30.
L’italiano medio con il suo stipendio tra i più bassi d’Europa, le tasse tra le più alte del mondo e servizi pubblici indecenti può credersi al riparo da questo tsunami finanziario. Peggio di così gli sembra difficile. Qualche piccola precauzione è comunque meglio prenderla per non rovinarsi del tutto. Per chi non ha soldi, non fare nessun debito. Per chi ne ha ancora qualcuno non investire in fondi e rimandare l’acquisto della casa.
Verso la catastrofe con ottimismo.

martedì 14 ottobre 2008

Orrori di un paese dilaniato dal dio denaro

da Amnesty International

"Morte per discriminazione": nuovo rapporto di Amnesty International sulla pena capitale in Arabia Saudita
CS133: 14/10/2008

Secondo un nuovo rapporto diffuso oggi da Amnesty International, le autorità dell'Arabia Saudita mettono a morte, in media, più di due persone a settimana. Quasi la metà delle esecuzioni (e si tratta di una percentuale sproporzionata in rapporto alla popolazione locale) riguarda cittadini stranieri provenienti da paesi poveri e in via di sviluppo.

"Avevamo auspicato che le iniziative in materia di diritti umani che il governo saudita si era vantato di avere introdotto negli ultimi anni, avrebbero potuto mettere fine a tutto questo o almeno determinare una significativa riduzione nell'uso della pena di morte. Invece, abbiamo assistito a un forte aumento delle esecuzioni, che hanno luogo al termine di processi segreti e ampiamente iniqui. Una moratoria sulle esecuzioni è più urgente che mai" - ha dichiarato Malcolm Smart, Direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

Nel 2007 le esecuzioni sono state almeno 158, contro le 39 registrate da Amnesty International l'anno prima. Per quanto riguarda il 2008, al 31 agosto il totale era arrivato già a 71. Si teme una nuova ondata di esecuzioni nelle prossime settimane, dopo la fine del mese sacro del Ramadan.

"Il continuo ricorso alla pena di morte da parte delle autorità saudite, si pone in contrasto con la crescente tendenza mondiale verso l'abolizione" - ha proseguito Smart. "Per di più, la pena di morte in Arabia Saudita è applicata in modo sproporzionato e discriminatorio nei confronti di persone povere, tanto lavoratori stranieri quanto cittadini sauditi che non hanno relazioni familiari o altre conoscenze che potrebbero salvarli dall'esecuzione".

Troppo spesso gli imputati, soprattutto lavoratori migranti provenienti da paesi in via di sviluppo dell'Africa e dell'Asia, non hanno un avvocato e non sono in grado di seguire i procedimenti giudiziari che si svolgono in lingua araba. Sia loro che i sauditi messi a morte non hanno denaro né rapporti con persone influenti che potrebbero intervenire in loro favore, come autorità di governo e capi tribù, circostanze entrambe decisive per ottenere la grazia.

"Le procedure al termine delle quali viene inflitta una condanna a morte sono assai dure, quasi completamente segrete e ampiamente inique. I giudici, tutti uomini, hanno un vasto potere discrezionale e possono emettere una sentenza capitale anche per reati non violenti definiti in modo del tutto generico nelle leggi. Alcuni lavoratori migranti sono rimasti all'oscuro della propria condanna a morte fino alla mattina stessa dell'esecuzione" - ha sottolineato Smart.

Le esecuzioni avvengono generalmente in pubblico, mediante decapitazione. In caso di rapina con omicidio della vittima, il corpo del condannato viene crocifisso dopo l'esecuzione.

L'Arabia Saudita è uno dei pochi paesi del mondo a mantenere un alto tasso di esecuzione di donne e a mettere a morte, in violazione del diritto internazionale, persone minorenni al momento del reato.

"È davvero giunto il momento che l'Arabia Saudita affronti il problema della pena di morte e rispetti gli obblighi derivanti dal diritto internazionale. Come membro eletto del Consiglio Onu dei diritti umani, il governo deve fare marcia indietro e rendere conformi agli standard internazionali le proprie procedure legali e giudiziarie, vietare la pena di morte per i minorenni, garantire processi equi, prendere misure per porre fine alla discriminazione e ridimensionare i poteri discrezionali dei giudici nell'uso di questa pena crudele, inumana e degradante" - ha concluso Smart.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 14 ottobre 2008

Il rapporto in inglese Affront to justice: death penalty in Saudi Arabia è disponibile on line e presso l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

sabato 11 ottobre 2008

Fratello metallo



In un'intervista apparsa su Venerdì de La Repubblica di agosto, introvabile sul web, Fratello Metallo raccontava di come preferisse relazionarsi con i giovani dei concerti metal, da cui traeva ampia considerazione e rispetto, piuttosto che con i ragazzi tutti casa e chiesa che non lo cagavano di striscio.
Questo è il concetto di cui mi ricordo, chiaramente espresso con parole più auliche in quell'occasione.
Sul web si trova quest'intervista, che riporto qui sotto. Pace a voi fratelli cari, che leggete!


Buongiorno, padre Cesare.
«Pace e bene, figlio mio».

Perché si fa chiamare Fratello Metallo?
«È il mio nome d’arte».

E da quando un frate cappuccino ha il nome d’arte?
«Lo uso nei miei concerti di musica heavy metal».

Un sant’uomo col saio e la barba bianca, amante dell’heavy metal?
«Questa musica mi serve per diffondere i temi della Chiesa in chiave laica: una scelta non in qualità di "predicatore", ma come semplice persona».

Leggo dal vocabolario: «L’heavy metal
(“metallo pesante“) è caratterizzato da ritmi aggressivi. Le tematiche
musicali sono definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre».

«Non
è così, il metal è solo buona musica e voglia di socializzare, magari con l’aiuto di qualche bottiglia di birra. Una certa coreografia serve solo ad animare lo show».

Per questo usa catene, borchie e saluta il pubblico facendo le corna?
«Il gesto delle corna è un simbolo d’amore».

In che senso?
«Le tre dita sollevate (pollice, indice e mignolo) stanno per le parole: I love you».

C’è invece chi le interpreta addirittura come un messaggio satanico.
«L’heavy
metal è agli antipodi rispetto al satanismo. Tra centinaia di gruppi,
esisteranno al massimo due o tre band che si ispirano al demonio».

Certo è che i metallari non hanno un aspetto granché rassicurante...
«Figlio mio, è tutta scena. In verità sono persone dolcissime».

Ne parla come se fossero dei chierichetti.
«Una
volta ho visto un metallaro di quelli che sembravano dei veri duri telefonare a casa e dire: "Mammina, questa sera arriverò un po’ più tardi... "».

Che tenero. È stato così che ha deciso di diventare uno di loro?
«La folgorazione l’ho avuto al concerto milanese dei Metallica, ero tra il
pubblico al Forum di Assago e i giovani si avvicinavano chiedendomi: "Ma sei un frate vero? Cosa ci fai qui?"».

Invece che sulla via di Damasco, è stato folgorato sulla via del Forum di Assago?
«La mia opera di evangelizzazione l’ho sempre fatta per strada a contatto con la gente. È l’unico modo per diffondere la parola di Dio, portando conforto a chi ne ha bisogno».

Ma lei si trova più a suo agio col Vangelo o i distorsori acustici?
«Con entrambi».

Quanti concerti live fa ogni anno?
«Non meno di cento».

Quanti cd ha inciso finora?
«Sedici».

Una media da star. L’ultimo come si intitola?
«Misteri. Lo presenterò il 30 maggio a Milano, la città dove vivo».

Come definirebbe la sua musica?
«"Metallo",
condita con un pizzico di armonioso, melodico rock; ciò potrebbe far
chiamare questo genere con un nome nuovo: "metrock"».

Che argomenti tratta nelle canzoni?
«Parlo di famiglia, donna, sesso, Dio, droga... E non manca mai un brano in chiave di fede».

Già la fede, com’è maturata la sua vocazione religiosa?
«Nel 1975 entrai in convento dei Cappuccini. Nel 1980, da diacono, partii per una missione in Costa d’Avorio. Tre anni dopo venni ordinato
sacerdote. Ora vivo nel Convento di Musocco a Milano».



Fin qui il «matrimonio» col Signore. E quello con la musica?
«Da
assistente spirituale dei tranvieri di Milano, cominciai a scrivere e
cantare le mie prime canzoni: il brano di esordio si chiamava La danza
del tram».

Titolo e testo non propriamente metal, mi pare.
«No, ma la scelta di campo era ormai fatta: la danza, la musica e il canto
usati come strumenti per comunicare contenuti e valori».

Le alte sfere ecclesiastiche l’hanno mai contrastata?
«Mai».

Prima di incontrare Gesù e la musica, cosa faceva?
«Sono
nato a Offanengo (Cremona) nel 1946. Ho fatto l’operaio e il
commerciante. Poi il servizio militare nei Bersaglieri. Dio l’ho
incontrato mentre portavo soccorso agli alluvionati del Friuli.
Rischiai di morire annegato, fui salvato per miracolo. E allora capii
una cosa».

Cosa?
«Che la vita è un viaggio e l’amore è il carburante essenziale».



Saggezza che ha sete di giustizia



La meravigliosa trasmissione televisiva Mediterraneo ha presentato oggi un personaggio molto, molto interessante, Bunker Roy e la sua scuola, "Scuola dei piedi nudi" che da 35 anni si impegna a risollevare le sorti dei poveri di tutto il mondo. Un alternativa? No, spiega Roy, è l'unica strada praticabile per uno sviluppo sostenibile. Donne analfabete ma ripiene di saggezza diventano "ingegneri solari" in 6 mesi, ci spiega: la ricchezza è dentro ognuno di noi, non occorre cercarla all'esterno.
Un libro, "Raggiungere l'ultimo uomo", ne racconta l'esperienza.


Sintesi


www.bol.it

"Cosa si intende per sviluppo? Agli occhi della popolazione delle campagne, dei funzionari del governo indiano e di gran parte degli aiuti umanitari internazionali lo sviluppo è la presenza fisica di nuovi edifici. L'edificio di una scuola significa istruzione, il dispensario assistenza medica e la banca prestiti. Ma gli edifici in sé possono fare ben poco se un insegnante è assente per giorni e la frequenza degli alunni è molto bassa, se il dottore o l'infermiera non ci sono o mancano le medicine. Sviluppo significa cambiare la vita delle persone, non costruire edifici simbolo. In India gli aiuti del governo e delle grandi organizzazioni internazionali non servono, i milioni di dollari destinati a progetti calati dall'alto hanno prodotto solo una ininterrotta serie di fallimenti e alimentato la corruzione e gli sprechi. I soldi per dare cibo e acqua potabile a tutti ci sarebbero, se solo si desse fiducia ai poveri e alle soluzioni a basso costo trovate da loro".


libreriarizzoli.corriere.it


Nell'India splendente del boom economico, centinaia di milioni di persone non riescono a mangiare due volte al giorno. Analfabeti, oppressi dalla povertà e dalla divisione in caste, vivono in uno stato costante di paura e insicurezza. Da trentacinque anni, la "Scuola dei piedi nudi" di Bunker Roy cerca di migliorare la vita dei contadini insieme a loro, offrendo risultati tangibili: trovare acqua per irrigare la terra, curare le malattie, vedere i propri figli frequentare la scuola. A Tilonia, migliaia di giovani che nessuno avrebbe impiegato sono addestrati a una professione. I criteri per la selezione sono semplici: devono essere poveri e analfabeti. La speranza è che un giorno siano in grado di stare in piedi da soli, guardando al mondo come esseri umani.

martedì 7 ottobre 2008

Sesso in cambio di un lavoro: il 64% ha detto si



(da "Studenti.it")

Anche per i giovani più qualificati entrare nel mondo del lavoro può rivelarsi un'impresa impossibile e così, a volte, si è disposti a scendere a compromessi. Ma a fronte di chi è convinto che tutti abbiano un prezzo c'è anche chi, al contrario, ritiene che si debba salvaguardare la propria dignità a qualunque costo

a cura di Marta Ferrucci 6 Ottobre 2008


Decine di curriculum inviati senza ottenere risposta e stage che non portano a nulla. Nonostante la preparazione di molti giovani il mercato del lavoro sembra inaccessibile. Arriva il senso di sfiducia e, per provocazione o puro bisogno, si può decidere di offrire il proprio corpo in cambio di un contratto a tempo indeterminato: "Mi offro per prestazioni sessuali, in cambio di un posto di lavoro fisso! A persone distinte e abbastanza influenti, sia donne che uomini. Ho 45 anni..." è l'annuncio che un motore di ricerca ha pescato dalla bacheca Kiji di Bergamo. Ma l'offerta non è isolata e mette in evidenza il disagio, le difficoltà e a volte la disperazione di chi cerca di trovare una collocazione nel mondo del lavoro: quante sarebbero le persone veramente disposte a barattare il proprio corpo con un lavoro o un avanzamento di carriera?

Hanno dichiarato di aver ricevuto delle avances in cambio di un lavoro il17% degli utenti che hanno partecipato all'inchiesta di Studenti.it. Di questi l'11% -ovvero il 64% di coloro a cui è stata fatta la proposta- ha accettato lo scambio. Solo il 6% ha rifiutato.

Il 39% non ha mai ricevuto una proposta del genere ma ammette che, se gli fosse stata fatta, avrebbe acconsentito. Il 42%, infine, è categorico e dichiara di non aver mai ricevuto avances in cambio di un lavoro e se anche fosse accaduto non avrebbero accettato.


"Collaboravo con una testata giornalistica e mi piaceva tanto il mio lavoro che svolgevo con grande passione e piacere - racconta Gaia- fino a quando il mio capo dopo varie molestie e richieste ha fatto di tutto per buttarmi fuori, visto che non ho esaudito i suoi desideri personali. Credetemi per me è stato bruttissimo, non tanto per la questione economica ma il disastro psicologico che ne deriva. Oggi è assai difficile trovare un lavoro, figuriamoci poi riuscire a fare ciò che più ci diletta, io avevo trovato la mia dimensione con il giornalismo ma è bastato un capriccio altrui a smontare tutti i miei sogni e le mie capacità. Purtroppo c’è da dire che tra donne non c’è alcuna solidarietà anzi sono sempre di più le donne che sono disposte a tutto per la carriera o anche solo per lavorare e i nostri cari uomini sfruttano in tutto e per tutto il loro potere. Diciamo che si tolgono vari sfizi.Del resto la frase tipica è :”O così o niente, sai quante sarebbero pronte al posto tuo???”. Che dire io sono tanto delusa, perché altro che meritocrazia, oggi non interessa a nessuno che tu sai fare qualcosa, conta altro".job meeting

"Sono rimasta a casa dal lavoro proprio x non aver ceduto" - scrive Francesca- "o meglio, non mi è stato rinnovato il contratto perchè non mi sono concessa al nostro sm, responsabile della selezione e dell'assunzione del personale... Ero davvero brava nel mio lavoro (commessa),mai un errore in cassa,negozio pulito,clienti soddisfatti e io con la certezza di avere dei soldi per l'università... un giorno, con una battutta molto chiara mi ha proposto di concedermi ma io,rabbiosa,gli risposi che non mi andavano certe cose..alla fine,le mie colleghe hanno avuto il rinnovo (e so per certo che hanno avuto rapporti col cAPO) e io invece sn rimasta a casa.non mi pento di ciò che ho fatto,mi fanno schifo e donne che si concedono per un posto:non esiste nessun tipo di problema che lo consenta! Io avrei potuto, dato che ho molti problemi finanziari e deo pagarmi da sola l'uni...ma non l'ho fatto e ora anche se arranco e a volte son giù non me ne pento..spero solo di che il destino mi dia ragione..."

Karen: "L'aeroporto nella mia città ad esempio è una casta chiusa. Impossibile accedere se non hai amicizie fortissime in politica, a me è stato proposto un caffè e un paio di complimenti, ma mi si offriva solo un lavoretto di promoter all'interno del terminale, con la prospettiva che poi si fanno amicizie e si può "salire di grado". Pazzesco. Ovviamente non ho voluto saperne nulla, continuo a sperare che in futur cambi qualcosa".

Ma c'è anche una realtà opposta: "Purtroppo vi è una realtà che non viene descritta, quella all'inverso dove sono le candidate al posto di lavoro che si fanno avanti anche in modo molto esplicito che sarebbero disposte a donare gli organi e quindi darmela pur di lavorare", scrive un anonimo datore di lavoro.

Tra gli intervistati c'è chi pensa che sia un problema morale, un problema di valori, c'è chi è convinto che tutti abbiano un prezzo e chi, al contrario, ritiene che si debba salvaguardare la propria dignità a qualunque costo.
" Tutto è commensurato e commensurabile e quindi acquistabile" - scrive Carlo- "Mi chiedo se davvero la prostituzione dei corpi, delle idee e dei valori abbia raggiunto un punto di non ritorno ovvero che sia normale vendersi e vendere anche l'anima come se fosse una cosa normale. Ma noi siamo davvero in vendita? Ci valutiamo a peso a cosa? E con gli sconti come la mettiamo?"