sabato 19 giugno 2010

Italia come Birmania - Di Pietro - Corriere della Sera - D'Adamo - Berlusconi - Casini e Santa Maria Goretti

Se un prete intelligente, durante un'omelia, o un illuminato pastore protestante, nel corso di uno dei sermoni domenicali, dovessero commentare i fatti descritti nel video qui sotto presentato, non esiterebbero a tirare in causa Satana e a personificarlo in vari dei personaggi, tra cui ovviamente Berlusconi, che vi compaiono qua è là.
Ma l'intelligenza e l'illuminazione, purtroppo, sono doti rare e quando esistono sono normalmente coperte, anzi, sotterrate da un'insopportabile ed irrazionale...(come chiamarla? Paura? Diplomaticità? Moderatezza? Io direi semplicemente) demenza tipica degli ambienti religiosi conservatori.
Demenza che, fortunatamente, non appartiene a preti come il Don Farinella visto precedentemente: uno su un milione...

L'ITALIA AL CONTRARIO


"IMPUTATO? PROMOSSO MINISTRO. EVASORI? LA MORATTI LI FESTEGGIA. CONVOCATO DAI PM? ISPEZIONE SUBITO."
La delinquenza eretta a sistema festeggia ogni giorno i suoi traguardi deliranti, sorretta da schiere di delinquenti, vandali, teppisti e presunti cattolici, tutti uniti insieme da un unico scopo: fare i propri interessi a tutti costi, passando sopra a tutto e a tutti.

Informati su "Il Fatto".

Ciò che il governo non racconta

giovedì 3 giugno 2010

"Servono telecamere nelle celle delle carceri e nelle caserme"



Io aggiungo e ribadisco: anche nelle strade. Dovrebbero esserne tutti felici: chi ha paura dei ladri, chi dei borseggiatori, chi dei poliziotti violenti.

Tra le varie disgustose parti della vicenda di Stefano Gugliotta, ce n'è una che interessa proprio il comportamento delinquente dei funzionari stessi del carcere.
Ce lo racconta un deputato del ... PDL? Ma che gliene frega a lui della giustizia! Casualmente è dell'IDV:
"Quando sono stato portato in cella mi è stato chiesto di firmare un foglio con una X già sbarrata, dove si leggeva che avrei rifiutato visite mediche supplementari, ma mi sono opposto. Solo dopo ho potuto firmare un foglio con le caselle ancora vuote" ha detto Gugliotta, secondo quanto riferito dal senatore dell'Idv, Stefano Pedica, che ha incontrato il ragazzo a Regina Coeli.

mercoledì 2 giugno 2010

Professioni e giustizia


Cosa farò da grande? Avvocato, architetto, medico, giornalista...?
Di questi mestieri molto spesso ci facciamo un'idea guardando a chi esercita da parecchi anni la professione.
Ma per "partire", funzionano tutte nello stesso modo?

GIORNALISTA: UN CALCIO NEL SEDERE NEL MIGLIORE DEI CASI (QUALCHE EURO PER OGNI ARTICOLO REDATTO). O UNA MANGANELLATA IN TESTA SE LO FA COME SECONDO MESTIERE : http://www.youtube.com/watch?v=Gcs-8dtjyQ0
ARCHITETTO: DA 0 EURO A 3-400 EURO, IN NERO. QUALCHE RARO FORTUNATO ARRIVA A 1000 CON P.IVA, E ALMENO 50 ORE DI LAVORO A SETTIMANA.
AVVOCATO: IDEM, COME SOPRA (SI SENTE DI GENTE CHE SUPERA LE 60 ORE A SETTIMANA...)
GEOMETRA: IDEM, COME SOPRA.
RAGIONIERE:IDEM, COME SOPRA.
MEDICO: 1.500-1.800 euro di borsa di studio al mese, freschi di laurea (e 38 ore settimanali)!

Eeeeeeeeeeeeh?????? Eh sì, è proprio così, i medici non sono come gli altri, hanno a che fare con la vita delle persone e quindi meritano di più. Se già questa è un'opinabilissima considerazione, allora mi chiedo, perchè non apriamo un po' il mercato ai medici? Perchè devo aspettare 4 mesi per fare un'analisi che già tra 1 settimana è troppo?
Perchè per essere pagati così tanto, i medici, devono essere pochi. Banalissima legge dell'economia. E nessuno dice niente, come per gli stipendi incredibili dei politici. Le caste, in Italia, non si toccano, agli italiani piace così.

Gli italiani adorano la criminalità

E se sono la maggioranza, occorre democraticamente lasciarli fare... Ma che in che cazzo di paese viviamo???

Ma ci siete o ci fate?

1 giugno 2010
Il dibattito parlamentare sulla legge bavaglio Al Fano è meglio del cabaret, anche perché è tutto gratis. Da due anni, da quandoB. temeva l’uscita di intercettazioni che avrebbero svelato il quarto segreto di Fatima (perché alcune ministre sono ministre), va in scena la seguente pantomima: il governo di un noto corruttore ed evasore, amico di mafiosi e papponi, commissiona al suo Guardasigilli-portaborse e al suo onorevole-avvocato una legge che favorisce mafiosi, papponi, corruttori, evasori e, siccome la legge è uguale per tutti, anche truffatori, scippatori, rapinatori, spacciatori, sequestratori, stupratori e assassini. Li immunizza dal rischio sia di essere scoperti e puniti, sia di finire sui giornali per quello che sono. Basterebbe ricordare il mandante, gli esecutori materiali e l’utilizzatore finale della legge anti-intercettazioni per capirne il movente. Basterebbe ricordare come si è giunti a incastrare B. nei suoi vari processi per rendersi conto che è tagliata su misura di quei precedenti per evitare che si ripetano: l’articolo Mills, il comma D’Addario, il preambolo Trani, il codicillo Mediaset, il cavillo Dell’Utri, l’inciso Saccà.

Ma ricordare queste cosette non si può, se no la gente capisce tutto, compresi i beoti che han votato B. bevendosi la superballa della “sicurezza” pensando alla propria, mentre lui pensava alla sua. Dunque ecco assieparsi intorno alla legge Al Nano un termitaio di opinionisti un tanto al chilo, giuristi per caso, scalatori di discese, sfondatori di porte aperte, statisti di chiara fama ma soprattutto fame: tutti intenti a commentarla in punto di diritto e in punta di forchetta, a prescindere, fingendo che davvero serva a tutelare la privacy, la reputazione e il segreto investigativo, e non a salvare le chiappe a B. e alla sua banda larga (secondo Pigi Battista, per dire, la legge la fanno per Francesca, la massaggiatrice dellaripassata a Bertolaso). All’inizio Al Fano restrinse il novero dei reati “intercettabili”. E tutti a meravigliarsi: ohibò, ma così non s’intercetta più per corruzione, per frode fiscale e per i reati-fine tipici dei mafiosi. Oh bella, ci voleva tanto a capire che la legge è fatta apposta? Ponzio Napolitano convocò Angelino Jolie per una bella lavata di capo, pardon un “alto monito del Colle”, e lo rimandò indietro a caccia di “una riforma condivisa”.

Nessuno osò obiettare che gli unici a condividerla sono i criminali. Il Guardagingilli tentò di occultare movente e mandante con un’altra versione: s’intercetta per tutti i reati ora intercettabili, ma solo in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”, cioè s’è già scoperto il colpevole, cioè mai. Il solito esercito di ipocriti ricadde dal pero: ohibò, imporre i gravi indizi di colpevolezza è come dire che non si intercetta più. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto. Il premier fa di tutto per comunicarci che è pronto a tutto, anche a mandare impuniti migliaia di delinquenti comuni, pur di nascondere i reati suoi e degli amici degli amici. Ma nessuno gli dà retta e si continua a disquisire di commi e sottocommi, emendamenti e subemendamenti per “migliorare” la legge.

Al Fano, esausto, fa uscire i gravi indizi di colpevolezza dalla porta e li fa rientrare dalla finestra. Riecco la falange dei finti tonti. “Ancora un piccolo sforzo”, dice il Pd. “Fuochino, via la norma transitoria sui processi in corso e ci siamo”, dicono i finiani, impegnatissimi a limitare i danni di una legge della loro stessa maggioranza. L’Anm chiede “tre cose semplici: niente limite di 75 giorni, niente divieto per le ambientali, niente competenza ai tribunali collegiali. Poi la legge va bene”. Hai detto niente: così non resta più nulla. E che la fanno a fare, la legge contro le intercettazioni, se non abolisce le intercettazioni? Tutto è pronto per la comica finale: Veltroni, il Pd e Ciampi chiedono a Berlusconi di fare piena luce sulle stragi. Certo, come no. Quello che, alla domanda “dove ha preso i soldi?”, si avvalse della facoltà di non rispondere, ora dovrebbe dire la verità sulle stragi. Magari s’intercetta da solo mentre la dice. Ma questi ci sono o ci fanno?

da Il Fatto Quotidiano del 1 giugno 2010

Verso la totale distruzione della giustizia in Italia

come ogni disastro che si rispetti, grazie a chi vota Berlusconi...



'Non approvate quella legge: mio figlio non avrebbe avuto giustizia'

2 giugno 2010
La mamma di Adrovandi contro il Dll intercettazioni.

“Senza libertà d’informazione mio figlio non avrebbe mai avuto giustizia”. Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi raccoglie l’appello di Ilaria Cucchi. Famigliari di ragazzi morti per mano dello Stato, che allo Stato chiedono di non approvare la legge sulle intercettazioni. Federico Aldrovandi fu fermato dalla polizia a Ferrara la notte del 25 settembre 2005 e morì per le percosse subite. Aveva 18 anni. Per quella morte quattro poliziotti sono stati condannati nel luglio dello scorso anno; altri tre all’inizio di marzo sono stati giudicati colpevoli di aver tentato di depistare le indagini. Una giustizia resa possibile anche dalla pubblicazione della foto, che ritrae il corpo senza vita del ragazzo in una pozza di sangue.

Come quella della schiena spezzata di Stefano, come i video del pestaggio subito daStefano Gugliotta fuori dall’Olimpico: senza quelle immagini, che la stampa ha diffuso, nessuno saprebbe. “All’inizio avemmo molte difficoltà con la stampa locale – racconta Patrizia Moretti, che ieri ha deciso di unirsi al grido di allarme di Ilaria Cucchi – I piccoli quotidiani lavorano a stretto contatto con la Questura, non hanno la forza necessaria per indagare contro una propria fonte. E, anche volendo, si trovavano di fronte ad un muro di gomma”. Per fortuna, allora, intervenne la stampa nazionale, che pubblicò la foto e denunciò quel pestaggio. “Prima grazie a internet – prosegue Patrizia – poi con i grandi quotidiani, l’inchiesta sulla morte di mio figlio ha portato a risultati concreti. Lo stesso giudice ha riconosciuto l’importanza del lavoro dei giornalisti. Se fosse stato in vigore il disegno di legge sulle intercettazioni, nessuno avrebbe potuto pubblicare nulla e Federico sarebbe morto senza un colpevole”.

Mettere il bavaglio alla stampa significa non far conoscere storie come quelle di Federico, Stefano, Riccardo Rasman, Giuseppe Uva. E quindi rischiare di non avere mai giustizia. “Non si può parlare di tutela della privacy – spiega ancora Patrizia – è solo un problema di diritti e di giustizia. Io so per certo di essere stata intercettata, ma non me ne importa nulla. Così come alla maggior parte delle persone normali. Chi non ha niente da nascondere non teme di essere ascoltato. I politici, poi, dovrebbero essere talmente puliti da non avere paura di nulla. Invece temo che in molti abbiano la coda di paglia”. Le foto sono servite anche a smuovere le coscienze, a risvegliare l’opinione pubblica: “Uno scatto è la pura realtà, e supera qualsiasi versione ufficiale dei fatti. Le persone devono sapere, perchè anche questo contribuisce ad avere giustizia”, conclude la mamma di Federico, che il 18 maggio dovrà rispondere di diffamazione davanti a un giudice di Mantova: per l’ennesima volta è stata querelata per aver definito “delinquenti” i responsabili della morte di suo figlio. Lei e Ilaria Cucchi si sono conosciute a Ferrara, quando la famiglia di Stefano ha conferito l’incarico a Fabio Anselmo, lo stesso legale che ha seguito la famiglia Aldrovandi. Le due donne sono sempre state vicine, in una battaglia che ha molti punti in comune. “Ci siamo accorti sulla nostra pelle che, per costringere a fare le indagini, è necessario mostrare gli atti alla stampa”, racconta Ilaria. Che è in attesa di sapere se i presunti responsabili delle lesioni e dell’abbandono che hanno portato alla morte di suo fratello (fermato per droga, finito in ospedale dopo essere stato picchiato e morto dopo sei giorni di agonia), verranno rinviati a giudizio. “Ora bisogna farsi sentire – prosegue – Io, da persona che non mastica la politica, non capisco il senso di questa legge: non solo non ce ne sarebbe bisogno, ma sarebbe anche dannosa. Servirebbe a tutelare non gli interessi di chi ha subito abusi, ma quelli di chi ha qualcosa da insabbiare”. Ilaria sa che questa battaglia non le ridarà Stefano, ma spera che serva ad evitare che il suo calvario tocchi anche ad altre persone.


Federico Aldrovandi

da Il Fatto Quotidiano del 2 giugno 2010