La Camera boccia la proposta idv di abolire il vitalizio per i deputati in carica e quelli cessati. Si potevano risparmiare 150 milioni di euro all'anno, ed eliminare un incomprensibile privilegio che allontana il Paese reale dalle istituzioni e la casta. L'intervento dell'onorevole Antonio Borghesi e il successivo voto della Camera.
sabato 30 ottobre 2010
Vogliamo abolire i privilegi, la casta si oppone
La Camera boccia la proposta idv di abolire il vitalizio per i deputati in carica e quelli cessati. Si potevano risparmiare 150 milioni di euro all'anno, ed eliminare un incomprensibile privilegio che allontana il Paese reale dalle istituzioni e la casta. L'intervento dell'onorevole Antonio Borghesi e il successivo voto della Camera.
Balla il bunga bunga!
Mentre l'Italia è sempre più alle pezze da qualsiasi punto di vista, il nostro amatissimo presidente balla il BUNGA BUNGA :) E quando entra il Parlamento ha in testa solamente la riforma per devastare ancora di più la giustizia.
Ma si, ridiamoci sopra, cantiamoci sopra, balliamo anche noi il bunga bunga e soprattutto continuiamo a votarlo!!
Mi raccomdando, prossime elezioni, votate Berlusconi!! Niente scherzi, eeeeh?
Poi andiamo tutti insieme in piazza dal Papa ad ascoltare che "l'amore è ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri. Così è molto amore proposto dai media e da internet. È egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che è l'amore vero che, certo, costa anche sacrificio. Voi non potete e non dovete adattarvi a un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza: questa non è libertà»"
- Le feste di Ruby e il Bunga Bunga - Corriere della sera
- Avvenire' chiede sobrietà a Berlusconi
- Il Papa ai giovani di Ac:«L'amore non è merce»
- Famiglia Cristiana contro Berlusconi
- "Il premier è malato e fuori controllo"
- Berlusconi ally embroiled in prostitution investigation
- 17-Jährige behauptet: Berlusconi wollte „Bunga Bunga“!
venerdì 30 luglio 2010
"Faremo un processo a chi ci vuole processare"
Governo Gomorra
La decisione della Corte costituzionale di fissare per il 14 dicembre l’udienza in cui verrà discussa la legge sul legittimo impedimento lo ha spinto così a rompere gli indugi, a perdere ogni freno inibitorio, e a iniziare un furioso corteggiamento a parlamentari di opposizione, alcuni dei quali francamente impresentabili. È prevedibile infatti che la Consulta, dopo aver visto una serie di suoi membri restare indirettamente coinvolti nello scandalo della nuova P2, ci metterà pochissimo a dichiarare quello che tutti sanno e che anche il Quirinale avrebbe fatto meglio a sapere: le norme che evitano al premier e ai suoi ministri di essere processati durante la durata del loro mandato sono palesemente incostituzionali.
La prospettiva per Berlusconi è insomma quella di finire molto presto davanti al Tribunale di Milano per rispondere della presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills. Anzi della certa corruzione di Mills, visto che il legale, come ha stabilito la Cassazione, ha sicuramente incassato mazzette per dire il falso davanti ai giudici (e salvare il premier da una condanna nel processo per le vecchie tangenti alla Guardia di Finanza).
Berlusconi sa benissimo che nel momento in cui dovesse ricominciare il suo dibattimento si arriverebbe a una sentenza nel giro di poche settimane. Il fatto storico è già stato accertato (i 600mila dollari dati a Mills e la testimonianza taroccata in favore del Cavaliere). E resta solo da stabilire se tra le prove raccolte ci siano abbastanza elementi per condannare come corruttore il leader del Popolo della Libertà (a questo punto provvisoria).
Una brutta situazione, insomma. Anche perché proprio le indagini sulla nuova P2 hanno fatto saltare, o reso incerte, le amicizie su cui il Cavaliere sperava di poter contare nella magistratura meneghina.
Di qui l’idea, partorita non adesso, ma alcuni mesi fa, di trovare una sponda in quella parte di Udc che si riconosce in Totò Cuffaro, l’ex governatore siciliano condannato in primo e secondo grado per favoreggiamento aggravato alla mafia e sulla testa del quale pende ora anche una richiesta di 10 anni di pena per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’operazione, come il fattoquotidiano.it è in grado di rivelare, è cominciata quando Cuffaro ha dato il suo assenso al passaggio di molti suoi fedelissimi nelle file della nuova Democrazia Cristianadel sottosegretario all’Istruzione, Giuseppe Pizza, un vecchio arnese della prima repubblica legato agli ambienti più svariati.
Come ha scritto a suo tempo L’Espresso una parte consistente delle tessere della Dc fanno però capo al braccio destro di Berlusconi, Marcello Dell’Utri, condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E così il disegno di Berlusconi diventa evidente. Anche se Cuffaro e Beppe Drago – l’altro leader dell’Udc siciliana corteggiato dal premier – adesso smentiscono un passaggio dai banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza (cosa altro potrebbero fare?).
Il Cavaliere vuole trovare in Parlamento i numeri sufficienti per garantire l’approvazione anche alla Camera della cosiddetta norma sul processo breve (quella che prevede di far morire tutti i dibattimenti che non vengono conclusi nel giro in lasso di tempo prestabilito). Non per niente proprio oggi il capogruppo Pdl nella commissione Giustizia di Montecitorio, Enrico Costa, ha chiesto che l’esame del processo breve venisse immediatamente calendarizzato in settembre alla ripresa dei lavori.
Ma con 33 deputati già passati a Fini, per Berlusconi è molto difficile credere di riuscire a votare la legge senza rischiare ogni giorno improvvisi rovesci. Di qui la manovra per arrivare a Cuffaro e una dozzina di parlamentari calabresi, siciliani e campani a lui legati. Tutti parlamentari da aggiungere a vari esponenti del gruppo misto e del centrosinistra, come Daniela Melchiorre o Riccardo Villari, già in procinto di cambiare casacca.
Il Cavaliere ingolosisce tutti non solo con l’offerta di posti e prebende. Ma anche con la promessa (molto gradita alle varie cricche d’Italia) di costituire una commissione d’inchiesta parlamentare sull’uso politico della giustizia. Una commissione che, come scrive oggi Repubblica, avrà gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria. “Faremo un processo a chi ci vuole processare”, avrebbe detto – secondo il quotidiano – un falco del Pdl.
Se Berlusconi ce la fa, insomma, il Paese va verso una governo Gomorra. Con una maggioranza sostenuta da pregiudicati, indagati e condannati – in primo e secondo grado – per fatti di mafia (Cosentino, Dell’Utri e Cuffaro) e politici sotto inchiesta per mazzette e ricostituzione di associazioni segrete. Tutti uniti da un solo obbiettivo: farla franca. Per sempre.
Ferrara minaccia una giornalista de l’Unità per salvare Verdini dalle domande
Mentre il coordinatore del Pdl con fare intimidatorio chiede dove è la cronista giudiziaria del Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini Basta una domanda precisa per far perdere la testa ai giannizzeri di Silvio Berlusconi. Durante la conferenza stampa convocata da Denis Verdini la collega dell’Unità, Claudia Fusani, chiede al coordinatore del Pdl di spiegare il giro di assegni che gli è stato contestato, tra l’altro, dai pm romani. La cronista vorrebbe per risposta dei dettagli precisi, ma dalla prima fila si alza Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl, e l’attacca: “Signora sta dicendo una montagna di cazzate”. Pronta la replica di Fusani: “Le cazzate le dirà lei, tenga a posto le parole”. E fa per ripetere la domanda a Verdini. Ma subito interviene strillando e avanzando da dietro lo spazio riservato alle telecamere, il direttore de Il Foglio ed ex ministro del primo governo Berlusconi, Giuliano Ferrara: “Adesso basta – grida alzandosi in piedi – perché non chiedete a lei come mai è passata da Repubblica all’Unità in condizioni ancora da chiarire. La Fusani – attacca Ferrara – che dà lezioni di moralità. Siamo in uno Stato di polizia”. Un chiaro riferimento ad alcune telefonate professionali intercettate dalla procura di Milano tra la cronista dell‘Unità e Pio Pompa, il braccio destro dell’ex direttore del Sismi, Niccolò Pollari. Pompa, che ha patteggiato una condanna per favoreggiamento, oggi è un collaboratore del quotidiano guidato da Ferrara. Evidente quindi il tentativo di confondere le acque minacciando la giornalista. Neanche troppo velatamente.
Straquadanio fa quasi di più. Subito dopo l’aggressione di Ferrara si avvicina al palco e, come hanno potuto ascoltare i cronisti de ilfattoquotidiano.it, si rivolge a uno dei presenti e sibila: “Una così nel mio giornale l’avrei cacciata subito a calci”. Forse anche perché Il Predellino, il quotidiano on line diretto da Straquadanio, non è certo celebre per porre interrogativi scomodi.
Ma il mirino delle truppe pidielline oltre alla Fusani punta anche Fiorenza Sarzanini, cronista giudiziaria del Corriere della Sera e membro dell’esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti. “Dove è la Sarzanini? Ma la Sarzanini non c’è? Che scrive quei bellissimi pezzi. Non c’è?” ripete Verdini frugando con lo sguardo tra i giornalisti presenti alla conferenza. “Ma come, non c’è? Scrive di me, si occupa di me. Sono offeso…. Dottoressa Sarzanini c’è o no? Ditele che mi dispiace”.
Finita lo show del coordinatore del Pdl, Stracquadanio annuncia che si rivolgerà all’ordine dei giornalisti perché “riesamini come mai una persona (Fusani, ndr) tanto ignorante abbia superato l’esame o se sia stata raccomanda e per quali meriti. Senza tralasciare il fatto che la giornalista Fusani è stata licenziata da Repubblica (la Fusani non è stata licenziata da La Repubblica, ndr) e invece di venire radiata dall’ordine come avrebbe meritato, è stata assunta da l’Unità”.
All’ordine dei giornalisti si rivolgerà anche Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera, ma in difesa della Fusani. “La nostra solidarietà alla giornalista Fusani, aggredita nel corso della conferenza stampa. Questo episodio dimostra quale sia la considerazione per la libertà di stampa di certa gente. Ripetiamo la domanda a Verdini: a cosa servivano quei soldi?”, afferma Donadi. Alla cronista arriva poi la solidarietà della Federazione nazionale della stampa che, in una nota, invita Stracquadanio “ad abituarsi a sentirsi chiedere conto di quanto della loro attività non riescono a rendere chiaro e, talvolta, addirittura risulta coperto da dense nubi”. La Fnsi giudica il comportamento del deputato Pdl “un insulto intollerabile. Neanche la sua condizione di parlamentare gli consente di esprimersi in quel modo, in dispregio di ogni buona regola non solo della civiltà giuridica e liberale ma anche della deontologia di un uomo pubblico. A maggior ragione trattandosi di un giornalista, come l’onorevole Stracquadanio ha voluto essere, risultando, dal 1995 pubblicista iscritto all’ordine di Milano”. Ma il sindacato dei giornalisti ne ha anche per Ferrara. “Ancora più penoso l’intervento del direttore del Foglio, sollevatosi a sua volta a mettere in dubbio le scelte professionali della collega con grida sibilline tipiche da uomo del circo politico. Un pessimo spettacolo, non il primo del genere”. La Fnsi, conclude la nota auspicando una “reazione collettiva”.
Anche il quotidiano La Repubblica, inviando un messaggio di solidarietà alla cronista, commenta l’atteggiamento di Ferrara. “Stupisce che un giornalista come Ferrara abbia così duramente attaccato la collega che poneva legittime domande a Verdini. Stupisce soprattutto che tiri in ballo questioni morali inesistenti, riferendosi al passaggio da Repubblica all’Unità della giornalista, tentando così, per evitare a Verdini quesiti scomodi, di adombrare aspetti poco trasparenti in una vicenda che invece non ha ombre”.
venerdì 16 luglio 2010
Classe dirigente (ringraziamo sempre gli italiani responsabili di questo sfacelo: continuate così!)
Riporto integralmente l'articolo di Marco Travaglio, apparso su http://www.ilfattoquotidiano.it in data odierna.
Classe digerente
Fra i sottosegretari, Letta e Bertolaso sono indagati, Brancher è imputato, Cosentino ha un mandato di cattura per camorra e i pm di Roma stanno valutando la posizione del viceministro della Giustizia Caliendo, detto “Giacomino” dai compari di P3. Questo governo-lombrosario gode della piena fiducia (35 volte in due anni) del Parlamento, e ci mancherebbe: lì siedono 24 pregiudicati e 90 fra imputati, indagati, prescritti e condannati provvisori. Anche al Parlamento europeo ci rappresentano condannati (Patriciello, Borghezio, Bonsignore) e indagati (tipo Mastella). In omaggio al federalismo penale, frequentano assiduamente procure e tribunali un bel po’ di sindaci: dalla Moratti (indagata per smog e abuso) a Tosi e Gentilini (condannati per razzismo), da De Luca (imputato per associazione per delinquere, concussione, truffa, falso) a Cammarata(inquisito per abuso). E sono indagati cinque governatori regionali su 20: Formigoni (smog),Lombardo (mafia e abuso), Scopelliti (imputato per omissione d’atti d’ufficio e di recente beccato a cena col boss), De Filippo (favoreggiamento), Iorio (concussione e abuso). L’ex governatore siciliano Cuffaro, condannato in appello a 7 anni per favoreggiamento mafioso, è imputato per concorso esterno e il pm ha appena chiesto per lui altri 10 anni di galera. I vertici della Protezione civile vagano fra l’ora d’aria e i domiciliari. Indagati pure il cardinale Sepe e un paio di gentiluomini di Sua Santità.
L’erede al trono Vittorio Emanuele di Savoia è imputato per associazione a delinquere. Ottimi anche due presidenti emeriti della Corte costituzionale: Mirabelli era intimo del faccendierePasqualino Lombardi; Baldassarre è indagato per millantato credito. L’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, è sotto processo per l’aggiotaggio delle scalate bancarie. Ben piazzato il Gotha di Confindustria, col gruppo della presidente Marcegaglia che ha patteggiato per corruzione e il padre della Emma, Steno, fresco indagato per smaltimento illegale di rifiuti tossici. Il gruppo Fiat-Agnelli sfila in tribunale con Gabetti e Grande Stevens, la Telecom modelloTronchetti con gli spioni della Security, e poi Fastweb, Parmalat, Finmeccanica, Unipol, Impregilo, Ligresti, Geronzi… Ottime le performance di forze dell’ordine e servizi segreti: il Sismi di Pollari & Pompa alla sbarra per i dossier illeciti; il capo del Dis, De Gennaro, condannato in appello a 16 mesi per istigazione alla falsa testimonianza sui pestaggi del G8, per i quali hanno collezionato 73 condanne fra dirigenti e agenti della Polizia; una dozzina di 007 indagati per i depistaggi sulle stragi; l’ex comandante della Gdf, Speciale, ha rimediato in appello 18 mesi per peculato; il comandante del Ros, generale Ganzer, s’è appena guadagnato 14 anni in primo grado per traffico internazionale di droga, mentre il predecessore Mori è imputato per favoreggiamento aProvenzano e indagato perché ai tempi delle stragi trattava con Cosa Nostra, infatti godono entrambi della “piena fiducia” del governo, e anche del Pd. Ma noi, dico noi miseri incensurati, dove abbiamo sbagliato?
lunedì 12 luglio 2010
L'ideologia è il problema numero uno.
sabato 3 luglio 2010
I cristiani di destra :)
Il sito internet dell'onorevolissimo Zaccai non ci dice in modo esplicito come la pensa, robe del tipo "io credo che bla bla bla bla...". Ci racconta piuttosto di quanto è onorevole questo onorevole (un po' di spacciamento...), di quanto è figo, del fatto che è stato socio fondatore della fondazione I Cavalieri di Anco Marzio che opera in ambito Cattolico e poi, attraverso le foto, capiamo quanto la sua politica sia legata ai valori della famiglia e del cattolicesimo: foto con la nipote, foto del matrimonio, foto con il prete,addirittura 2 con il Papa, foto con scritto "Roma centro della cristianità"!!!!!!!!!!!!!!!!!
Insomma,non un politico qualunque,di sinistra o centro o destra, ma un politico TUTTO CASA E CHIESA!!!!!!!
Dal suo sito, per l'appunto:
Questo il suo lato PUBBLICO, la facciata esterna, quello che devono vedere gli elettori, quello che poi credono certi elettori e son pronti a difendere fino alla morte (in croce).
Agli elettori di destra non solo è sufficiente fidarsi del lato pubblico, esteriore, molto spesso finto dei politici; è un dovere! Chi è veramente la persona a loro non deve interessare! Reato contro la privicy, o forse contro il rischio di farsi giudicare troppo facilmente come IPOCRITI.
Il caro Zaccai, l'altra sera, per confermare quanto intellettualmente profondo e per giunta corretto era il giudizio di alcuni politici di destra ("per la destra le escort, per la sinistra i trans") ha dato il meglio di sè e della sua cattolicità!
"Pier Paolo Zaccai, il consigliere provinciale di Roma ricoverato al Grassi di Ostia dopo un festino a base di droga e trans, ha gia' lasciato l'ospedale, dove e' stato medicato per una contusione al ginocchio. A quanto si apprende da fonti sanitarie, Zaccai non e' stato sottoposto a test tossicologici, che richiedono il consenso del paziente.
Il politico del Pdl era stato soccorso dalla guardia medica psichiatrica allertata dalla polizia e portato nella notte all'ospedale di Ostia in ricovero coatto, dopo una sedazione. Si ipotizza che Zaccai abbia assunto sostanze stupefacenti.
A svelare il retroscena della vicenda sarebbe stato uno dei trans, che ha riferito l'accaduto alle forze dell'ordine. Il consigliere, infatti, si sarebbe affacciato in uno stato confusionale dal balcone della casa nella quale si stava svolgendo il festino - sembra di proprieta' del transessuale e in zona San Giovanni - urlando frasi sconnesse e improvvisando un comizio.
Secondo quanto raccontato alle forze dell'ordine da uno dei partecipanti al festino, l'uomo politico non sarebbe stato portato in ambulanza, ma sarebbe stato accompagnato all'ospedale da alcuni conoscenti. Sulla vicenda indaga la polizia. (...) Durante le urla, chi ha assistito alla scena, ricorda di aver visto "quattro o cinque trans scappare dal palazzo". Molti spiegano che Zaccai "sembrava vaneggiare, dicendo frasi sconnesse." [dal sito RaiNews24].
E' vero, ognuno vive la sua cattolicità nel modo migliore che crede, e sarebbe ingiusto giudicare il povero Zaccai. Anzi, qualunque parola suonerebbe come "odio" tipico dei comunisti, propaganda rossa e chi più ne ha più ne metta. Ed in più, invece di produrre un esame di coscienza, produrebbe il solito BECERO lavoro di ricerca di politici di sinistra anch'essi beccati in festini con trans o anche solo con un paio di cannoni.
Quasi noi la difendessimo a spada tratta la spazzatura!
sabato 19 giugno 2010
Italia come Birmania - Di Pietro - Corriere della Sera - D'Adamo - Berlusconi - Casini e Santa Maria Goretti
Ma l'intelligenza e l'illuminazione, purtroppo, sono doti rare e quando esistono sono normalmente coperte, anzi, sotterrate da un'insopportabile ed irrazionale...(come chiamarla? Paura? Diplomaticità? Moderatezza? Io direi semplicemente) demenza tipica degli ambienti religiosi conservatori.
Demenza che, fortunatamente, non appartiene a preti come il Don Farinella visto precedentemente: uno su un milione...
L'ITALIA AL CONTRARIO
"IMPUTATO? PROMOSSO MINISTRO. EVASORI? LA MORATTI LI FESTEGGIA. CONVOCATO DAI PM? ISPEZIONE SUBITO."
La delinquenza eretta a sistema festeggia ogni giorno i suoi traguardi deliranti, sorretta da schiere di delinquenti, vandali, teppisti e presunti cattolici, tutti uniti insieme da un unico scopo: fare i propri interessi a tutti costi, passando sopra a tutto e a tutti.
Informati su "Il Fatto".
giovedì 3 giugno 2010
"Servono telecamere nelle celle delle carceri e nelle caserme"
mercoledì 2 giugno 2010
Professioni e giustizia
Cosa farò da grande? Avvocato, architetto, medico, giornalista...?
Di questi mestieri molto spesso ci facciamo un'idea guardando a chi esercita da parecchi anni la professione.
Gli italiani adorano la criminalità
Ma ci siete o ci fate?
Ma ricordare queste cosette non si può, se no la gente capisce tutto, compresi i beoti che han votato B. bevendosi la superballa della “sicurezza” pensando alla propria, mentre lui pensava alla sua. Dunque ecco assieparsi intorno alla legge Al Nano un termitaio di opinionisti un tanto al chilo, giuristi per caso, scalatori di discese, sfondatori di porte aperte, statisti di chiara fama ma soprattutto fame: tutti intenti a commentarla in punto di diritto e in punta di forchetta, a prescindere, fingendo che davvero serva a tutelare la privacy, la reputazione e il segreto investigativo, e non a salvare le chiappe a B. e alla sua banda larga (secondo Pigi Battista, per dire, la legge la fanno per Francesca, la massaggiatrice dellaripassata a Bertolaso). All’inizio Al Fano restrinse il novero dei reati “intercettabili”. E tutti a meravigliarsi: ohibò, ma così non s’intercetta più per corruzione, per frode fiscale e per i reati-fine tipici dei mafiosi. Oh bella, ci voleva tanto a capire che la legge è fatta apposta? Ponzio Napolitano convocò Angelino Jolie per una bella lavata di capo, pardon un “alto monito del Colle”, e lo rimandò indietro a caccia di “una riforma condivisa”.
Nessuno osò obiettare che gli unici a condividerla sono i criminali. Il Guardagingilli tentò di occultare movente e mandante con un’altra versione: s’intercetta per tutti i reati ora intercettabili, ma solo in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”, cioè s’è già scoperto il colpevole, cioè mai. Il solito esercito di ipocriti ricadde dal pero: ohibò, imporre i gravi indizi di colpevolezza è come dire che non si intercetta più. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto. Il premier fa di tutto per comunicarci che è pronto a tutto, anche a mandare impuniti migliaia di delinquenti comuni, pur di nascondere i reati suoi e degli amici degli amici. Ma nessuno gli dà retta e si continua a disquisire di commi e sottocommi, emendamenti e subemendamenti per “migliorare” la legge.
Al Fano, esausto, fa uscire i gravi indizi di colpevolezza dalla porta e li fa rientrare dalla finestra. Riecco la falange dei finti tonti. “Ancora un piccolo sforzo”, dice il Pd. “Fuochino, via la norma transitoria sui processi in corso e ci siamo”, dicono i finiani, impegnatissimi a limitare i danni di una legge della loro stessa maggioranza. L’Anm chiede “tre cose semplici: niente limite di 75 giorni, niente divieto per le ambientali, niente competenza ai tribunali collegiali. Poi la legge va bene”. Hai detto niente: così non resta più nulla. E che la fanno a fare, la legge contro le intercettazioni, se non abolisce le intercettazioni? Tutto è pronto per la comica finale: Veltroni, il Pd e Ciampi chiedono a Berlusconi di fare piena luce sulle stragi. Certo, come no. Quello che, alla domanda “dove ha preso i soldi?”, si avvalse della facoltà di non rispondere, ora dovrebbe dire la verità sulle stragi. Magari s’intercetta da solo mentre la dice. Ma questi ci sono o ci fanno?
da Il Fatto Quotidiano del 1 giugno 2010