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domenica 4 aprile 2010

Lezioni di neofascismo: puntata N.1

Tema: "Milan-Inter"
Area di interesse: "calcio"
Risultato: "Milan 25 - Inter 0"
Contesto: "serata di discussione sulla partita Milan-Inter"
Tizio: "L'Inter ha giocato molto male, la difesa era completamente disorganizzata, solo i miracoli del portiere hanno permesso di limitare a 25 il numero di gol subiti".
Caio:"Ma che cacchio dici?? Ti ho visto giocare a pallavolo, sei una schiappa di prima categoria, hai fatto perdere la tua squadra alle superiori! Non hai nessun diritto di giudicare l'Inter. TACI!!".
N.B.:"Tizio non ha mai giocato a pallavolo in vita sua".

Cosa penserei io di una situazione del genere? La penso come la penserebbe probabilmente il signor Travaglio e qualsiasi persona sana di mente: ho visto la partita, l'Inter ha toccato la palla 3 volte per un totale di 23 secondi, mi sembra di poter dire che ha subito, non è riuscita a fare nulla, è molto più scarsa del Milan. La mia è solo un'opinione, non può essere che tale ma se non altro c'è un FATTO, e cioè che il Milan ha segnato 25 reti mentre l'Inter 0, che porterebbe chiunque, anche chi non ha dato esami di statistica, a dire che il Milan è più forte dell'Inter. Anche senza aver visto la partita. Oppure, se vogliamo essere ancora più precisi, che in quella determinata partita il Milan è stato più forte dell'Inter.
Direi, pertanto, che mi trovo d'accordo con Tizio, che non per questo ritengo che Tizio abbia sempre ragione, che se in altre 500.000 situazioni mi trovassi d'accordo con Tizio, avrei fiducia di quello che dice e magari anche stima.
Cosa direi di Caio? Direi che ha fatto un intervento fuori luogo, ha cercato di cambiare discorso, che il suo tono era arrogante, che ha cercato di zittire una persona che non la pensava come lui, che ha usato argomentazioni FALSE per produrre tutto questo. Insomma, penserei e direi che Caio ha tutta l'aria di essere o un gran testa di ca... o un demente, o una persona che cerca volutamente di danneggiare qualcosa e qualcuno.
Chiaramente se per numerose altre volta si ripetesse lo stesso atteggiamento tenderei a confermare la mia opinione e darei il mio contributo affinchè il male che questa persona porta nel mondo sia fatto terminare o quanto meno limitato.
L'esempio è semplice ma spiega molto bene quello che accade oggi in Italia. Non che non l'abbia già fatto in questo blog, ovvio. Mi piaceva raccontarlo in modo più elementare, anche per quelle persone che proprio non hanno strumenti intellettuali per capire quasi nulla.
Mi piaceva raccontarlo per introdurre il discorso di Travaglio, che non parla come in questo mio caso di cose inventate, ma di ciò che succede nel giornalismo e nella politica italiana.

Il signor Caio, si viene poi a scoprire, è pagato dall'Inter, ha giocato sin da piccolo nelle giovanili dell'Inter, è andato a scuola nell'Inter Liceo, i suoi genitori sono dell'Inter, gli è stato insegnato che il Milan è una squadra di pappemolli e che la pallavolo è uno sport per donne o al massimo per checche. Gli è stato insegnato anche che è meglio dire bugie e fare qualsiasi atto osceno, contrario alla volontà del fondatore dell'Inter, nonchè dei giocatori dell'Inter, nonchè dei tifosi dell'inter, nonchè di Dio, contrario alla ragione e contro la legge italiana, è meglio compiere qualsiasi atto disdicevole, perverso, violento, orrendo, volgare, ecc., piuttosto che dire che il Milan è più forte. Anzi, piuttosto di dire che il Milan ha vinto! E il signor Caio autoalimenta la sua fede nell'Inter ogni volta che si comporta in tal modo.
Grazie signor Caio che abiti l'Italia al 55%, che coscientemente o meno sei un neofascista, se non ci fossi tu potrebbe esserci una civiltà in quello che viene chiamato il bel paese!


domenica 14 febbraio 2010

Per la serie chi fa patti con la destra non fa mai nulla di buono...

da il venerdì di repubblica, 12 febbraio 2010 - Curzio Maltese

E così il povero Dino Boffo, eletto suo malgrado a vittima sacrificale della libertà di stampa, sarebbe stato soltanto la vittima di un regolamento di conti all’interno dei poteri cattolici. E’ proprio vero che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca.

Non abbiamo mai creduto alla favola del conflitto fra il berlusconismo militante e i vescovi. Troppi affari, troppi favori reciproci. In realtà “Il Giornale” di Feltri, rovinando la reputazione di Boffo, non aveva voluto sfidare la Chiesa cattolica, ma al contrario fare un piacere ai vertici ecclesiastici, che avevano urgenza di cambiare il direttore di “Avvenire”.

Feltri stesso ha indicato a Boffo i suoi veri nemici, il cardinale Bertone e il direttore de “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian. Con tanti saluti alla ‘campagna laicista’ additata da tutti, vittima e carnefici, come origine delle maldicenze. I laici sono troppo fessi per ricorrere a simili mezzi, Se qualcuno si professa ancora laico e anticlericale, nell’Italia di oggi, è segno che si tratta di un inguaribile idealista. Mentre nella Santa chiesa si trova sempre una manina o una manona pronta a scrivere e a distribuire false informative sulla vita sessuale di un avversario interno, lesta nello spargere veleni.

Un osservatore acuto come Filippo Ceccarelli si domanda la ragione dell’esplosione di cinismo politico negli ambienti vaticani. Certo, non si tratta di una novità assoluta. Ma negli ultimi decenni una mutazione genetica ha accelerato i processi di scissione interna, conflitto e addirittura di guerra tra bande. E’ l’effetto della benedizione papale – prima di Wojtyla e ancor di più con Ratzinger – al sistema delle sette. E’ una setta l’Opus Dei, determinata ad accrescere il proprio potere dentro e fuori la Chiesa. E’ una setta Comunione e Liberazione, il cui potere economico e politico nella Lombardia di Formigoni è superiore di gran lunga persino a quello esercitato dal Psi di Craxi.

Nella visione dei due ultimi papi, le sette avrebbero dovuto essere le avanguardie di una Chiesa messa in minoranza dalla società. Si stanno rivelando, al rovescio, una minaccia mortale per gli equilibri interni. Nella mentalità delle sette, chi sta fuori è in ogni caso un nemico, pure se appartiene alla stessa fede. Questo è il costume imposto da Opus Dei e CL alle lotte interne, ma va detto che le gerarchie vi si sono adattate con un certo entusiasmo.

Quanto al rapporto col berlusconismo, è forse l’unico elemento comune fra tutte le bande in guerra. Alla fine, dove lo trovi un altro governo così servizievole?